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Green per essere in style

di Sara Deganello

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15 Gennaio 2009

Quasi fantascienza. Energia rinnovabile? Ecologia? Sostenibilità ambientale? Fino a poco tempo fa era il vessillo che sventolavano predicatori solitari, irriducibili idealisti e visionari. Oggi qualcosa è cambiato. Forse proprio grazie alla crisi finanziaria. Pensare in "verde" non è più solo la prerogativa di ambientalisti barricaderi, ma diventa la parole d'ordine di multinazionali, colossi finanziari e Governi, a partire dal nuovo presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che sulla riconversione ecologica vuole fondare il suo New Deal.
IL, il maschile del Sole 24 Ore, in edicola venerdì 16 gennaio con il quotidiano, compie un viaggio attraverso la "rivoluzione verde", un cambiamento epocale che tuttavia è ancora molto lontano dal compiersi pienamente. A simboleggiare la svolta è stato scelto un testimonial famoso, che ha fatto dell'impegno per l'ambiente una scelta politica. È Arnold Schwarzenegger, già Terminator cinematografico e oggi governatore della California. Per lui, l'amico dei Suv pentito, la sostenibilità è l'unico modo per costruire uno sviluppo migliore. Come racconta Daniela Roveda da Los Angeles «per i californiani è l'angelo custode dell'ambiente. Il "governator" che vuole reinventare il futuro economico del suo Stato puntando sulle nuove tecnologie pulite. Dando il buon esempio agli Usa e al mondo intero».
Un mondo che guarderà al 20 gennaio come a un momento simbolico anche per la "rivoluzione verde": con l'insediamento a Washington di Barack Obama, scrive Marco Magrini, «in un solo giorno, quel giorno, il Paese più energivoro del pianeta si convertirà dalla fede nei combustibili fossili a quella nelle energie rinnovabili». Ora gli Stati Uniti si apprestano a varare un piano per ridurre dell'80% le emissioni di anidride carbonica entro il 2050. Una sterzata radicale rispetto all'amministrazione Bush. Il "Green New Deal" verrà guidato idealmente da un premio Nobel per la Fisica, Steven Chu, neo-segretario dell'Energia. Come commenta Mario Margiocco: «Chu dovrà realizzare e gestire la promessa di Obama di massicci interventi - 150 miliardi in dieci anni - nelle energie rinnovabili, destinate ad essere il "Progetto Apollo", cioè lo sbarco sulla luna, degli anni 2000».
Gli indizi che il green style sta prendendo sempre più piede sono vari e molteplici. A Londra è stato addirittura fondato un club, The Hub, dove si ritrovano aspiranti tecno-inventori di progetti sostenibili per il pianeta. In Danimarca piccole comunità sono già in grado di essere autosufficienti usando solo l'elettricità prodotta dalle pale eoliche. E il sole diventa una fonte sempre più facile da sfruttare: secondo il colosso cinese dei pannelli solari Suntech Power tra cinque anni il fotovoltaico produrrà energia allo stesso costo delle centrali a carbone. Anche il distretto di San Francisco si sta riconvertendo all'ecologia. Come scrive Simone Filippetti: «La next wave che parte della baia, destinata a cambiare l'industria e la società, sarà l'ambiente». Qui fioriscono piccole società che sviluppano tecnologie verdi per poi commercializzarle.
Ma non sono solo le aziende a mostrare una nuova sensibilità verso lo sviluppo ecocompatibile. Anche il più grande creatore di miti del mondo, epicentro da cui si irradia un immaginario comune ormai globale, si è votato al green style. Hollywood, la macchina dei sogni, ha cominciato a sfornare da un po' di anni film e personaggi con il pallino per l'ambiente. Il telefilm culto 24, sostiene Arnalda Canali, «è stata la prima serie tv, nel 2001, a dare il via alla produzione eco-friendly con generatori elettrici alimentati a biodiesel, auto ibride, energia da fonti rinnovabili». Nell'ultimo 007, Quantum of solace, Daniel Craig si batte per salvare le risorse naturali della Bolivia, mentre l'alieno Keanu Reevs di Ultimatum alla terra è stato mandato per evitare la catastrofe ecologica. Senza contare i capricci "eco" delle star (Natalie Portman produce scarpe tutte vegetali) e il pluripremiato documentario di Al Gore Una scomoda verità.
Forse il Green New Deal è già cominciato. Del resto oggi il green style non porta più le controindicazioni che un ritorno al mito del "bon sauvage" in piena società del consumo poteva paventare. Lo stile sostenibile è già a pieno titolo una forma per immaginare il futuro.

15 Gennaio 2009
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